veduta chiesa

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mercoledì 10 settembre 2014

PRESENTAZIONE MOSTRA 2014 "CORREVA L'ANNO 1964"

PRESENTAZIONE MOSTRA 2014 ...CORREVA L'ANNO 1964...

Perché il 1964? Perché proprio cinquant’anni fa ad opera di don Sergio Rizzotto, novello Parroco di Orti, fu completato il lavoro di rifacimento della nostra chiesa parrocchiale intrapreso dal predecessore don Romolo Tressino. Quando don Romolo, due anni prima, aveva lasciato per limiti di età, al lavoro certosino iniziato nel 1936 e durato 26 anni, mancava il completamento delle due ultime arcate, quelle verso la porta centrale, ma tutto il materiale occorrente era pronto. E così in data 31 maggio 1964, come testimoniato dalla lapide murata all'ex-oratorio, fu possibile benedire solennemente la nuova chiesa, costata tanti pensieri e lunga fatica a don Romolo e completata con il concorso di tutte le famiglie. Il fabbricato è rimasto sostanzialmente identico nelle sue strutture fino ad ora.

La mostra vuole ricordare alla Comunità l'intraprendenza ed la magnanimità dimostrata dai nostri compaesani; essi, guidati da Pastori saggi ed illuminati con maestria hanno saputo coniugare bellezza ed originalità. A noi, che ammiriamo il risultato di tanta fatica ed arte, il compito di conservare e ulteriormente abbellire l’edificio per consegnarlo, arricchito ma non stravolto, a chi verrà dopo e alla storia.

L'armonia e la bellezza della nostra chiesa evidenziano la bellezza e l'armonia volute da Dio Padre nel creato e nelle sue opere.
La nostra chiesa parrocchiale che ha accolto e reso eterni i momenti lieti e tristi della vita di tanti fedeli, sollevi sempre i nostri cuori entrando e ci esorti ad attuare gesti fraterni e solidali lasciandola.

Buona mostra e buona sagra

…. Correva l’anno 1964 ……
Questo è il titolo della mostra fotografica presente anche quest’anno  a San Tomaso, allestita in occasione dell’antica e rinomata sagra dedicata al Santissimo Nome di Maria. Il 31 maggio di quell’anno, infatti, veniva inaugurato il rifacimento completo della chiesa parrocchiale di Orti. La mostra vuol ripercorrere un tratto della nostra storia, non solo per ricordare ma per riproporre i volori intramontabili legati alla fede e alla vita della nostra comunità. Più sotto l’articolo apparso su Verona Fedele di quella domenica ed alcune foto che saranno riproposte anche nella mostra .

(da Verona Fedele del 31/05/1964)

A Orti di Bonavigo s’inaugura il radicale rifacimento della chiesa
Da modesto edificio rurale di culto, essa, in vent’anni è diventata tra le mani di Don Tressino un gioiellino di sorprendente eleganza romanica

Ad Orti di Bonavigo si vede quanto possa realizzare un amore paziente ed assiduo. Lo dice e lo documenta la chiesa parrocchiale, di cui questa domenica si inaugura la trasformazione radicale verificatasi in  oltre vent’anni di silenziosa fatica, condotta avanti spesso in situazioni di totale mancanza di mezzi. Ma una idea robusta, nitidamente intravista e tenacemente seguita, può dare di questi meravigliosi risultati.
All’inaugurazione doveva essere presente S.E. il Vescovo: per un contrattempo, lo sostituirà un rappresentante.
La chiesa si presenta ora con una elegante facciata romanica, una cupola, tre navate e tutto un complesso di armoniosi abbellimenti.
Dell’antico tempio, più volte rifatto nei secoli, sono rimasti solo i muri perimetrali, anch’essi del resto molto modificati. Dalla facciata, completata dalla fiancata destra e da un ampio rosone centrale, entra attenuata da sobrie vetrate, la luce nell’interno, che la geniale soluzione del rifacimento ha ridotto alle linee di un gioiellino di armonia e finezza.
All’esterno pregevoli terracotte ornano la volta del protiro, dal occhieggia un maestoso Cristo, che richiama quelli delle antiche basiliche romaniche.
Il soffitto, rimesso a nuovo e che si eleva sopra il presbiterio in elegante cupola, è sostenuto da dieci snelle colonne di marmo. Le tre luminose navate danno all’insieme un senso di sobria eleganza e di gioioso stupore per le innumeroveli e svariatissime formelle in terracotta che ornano i capitelli delle colonne, gli architravi e gli archi, riproducendo simboli religiosi, avvenimenti biblici e motivi ornamentali.
Forse quella di Orti è ora una chiesa unica nel suo genere.
Il lavoro, apprezzato dai competenti e proprio meritevole di una visita è opera (e lo si può dire senza forzatura alcuna) della mente, del cuore e delle mani di don Romolo Tressino, dal 1936 al 1962 arciprete della borgata.
Sono suoi infatti, l’idea della trasformazione, il progetto e la stessa esecuzione materiale di molta parte del lavoro. Quante pietre don Romolo tagliò con il freddo, con il caldo, di notte e di giorno in un tipico laboratorio, in cui, pure tra una indescrivibile confusione, egli sapeva all’istante rintracciare ogni mozzicone di colonna, ogni formella, ogni attrezzo!
Infatti le mansioni le mansioni di don Romolo erano molte: ingegnere, impresario, capomastro, muratore e manovale. Ebbe come indispensabile aiuto l’architetto legnaghese Gino Bertolini, con il quale si preparò il progetto che don Romolo aveva nella mente nei minimi particolari.
Lo scultore prof. Gino Masiero, attualmente direttore della scuola d’arte di Valdagno, che durante la guerra fu sfollato ad Orti, è poi l’autore di tutte le numerose opere in terracotta. Oltre il Cristo benedicente del protiro, il Masiero modellò la delicata Madonna con il Bambino, l’Annunciazione e la Natività conservate nell’oratorio annesso alla chiesa, dove pure sono conservati dei tabernacoli, appartenenti uno forse alla primitiva chiesa (verso il 1100 circa) e l’altro al 1400 o 1500. Opera del Masiero inoltre è l’originale pulpito decorato con pregevoli formelle raffiguranti scene evangeliche. E sue sono infine le altre terracotte dei capitelli, delle colonne ed egli archi.
I fedeli di Orti dapprima un po’ scettici, poi meravigliati ed infine entusiasti della loro chiesa che don Romolo andava giornalmente creando, contribuirono modestamente (perché non ricchi) ma assiduamente per dare al loro arciprete i mezzi occorrenti.
L’anno scorso a causa dell’età, ma soprattutto per le sue precarie condizioni di salute, don Romolo doveva lasciare la parrocchia e la chiesa incompiuta. Il suo successore, don Sergio Rizzotto, intuiva immediatamente il valore dell’opera e il merito del suo antecessore e si rimetteva al lavoro. Così seguendo le indicazioni di don Trissino, completava la chiesa.
E questa domenica 31 maggio, don Trissino, don Rizzotto ed il popolo di Orti, raccoglieranno il frutto del loro lungo e paziente lavoro. Senza dubbio viene tramandato ai posteri il segno concreto della odierna fede religiosa, che continua le tradizioni del passato. Orti, infatti, fu un tempo un forte castello, poi un celebre monastero ed un potente vicariato, che esercitò sui dintorni la giurisdizione religiosa e civile con potere giudiziario; ora è una quieta borgata intenta al suo lavoro e fedele alle sue profonde convinzioni cristiane.
  
Orti 31 maggio 1964: taglio del nastro per l’inaugurazione del rifacimento della chiesa. Da sin.: Suor Maria Brigato, Don Sergio Rizzotto, Mons. Bartolomeo Pezzo.

31 maggio 1964 : interno della chiesa parrocchiale di Orti

Operai della fornace di Porto, dove Don Romolo faceva cuocere le formelle in terracotta.

A sin. Giuseppe Barotti, papà di Leonardo.

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